Formulare un protocollo universale da seguire in caso di mammiferi spiaggiati in modo da ottenere diagnosi precise in caso di interazioni con la pesca. E’ uno degli obiettivi del progetto europeo Life Delfi che mira a ridurre il tasso di interazioni tra cetacei e pesca professionale, si tratta del fenomeno del bycatch che per entrambi le parti in causa provoca gravi danni: ferimenti o morte degli esemplari in mare e perdite economiche per il settore ittico. Rientra nell’azione A3(Data gathering and scientific protocols) di Life Delfi il workshop online organizzato il 9 settembre dal titolo “Discussion on best practices on post mortem examination and diagnostic frameworks for fishery interaction”. All’incontro tenutosi in modalità telematica, organizzato dal C.Re.Di.Ma (Centro di Referenza Nazionale per le Indagini Diagnostiche sui Mammiferi Marini spiaggiati) e dal partner di progetto CERT (Cetaceans stranding Emergency Response Team) dell’Università di Padova, hanno partecipato i rappresentanti degli Istituti Zooprofilattici italiani e i Laboratori Croati, referenti per gli spiaggiamenti rispettivamente in Italia e Croazia. Infatti è da ricordare la vocazione internazionale di Life Delfi che coinvolge anche la Croazia avendo tra le aree pilota il Mar Adriatico compresa la sponda croata. Durante il workshop sono stati presentati i dati generali di spiaggiamento italiani e croati degli ultimi anni. Il lavoro è proseguito con la discussione dei casi dubbi, per poi giungere delineare ad un framework diagnostico che permetta di definire e diagnosticare le interazioni con la pesca in modo condiviso. Lo scopo finale è un uso della banca dati che consenta la creazione di misure gestionali efficaci e mirate.