Perchè nasce

Il progetto Life DELFI nasce dalla crescente preoccupazione all’interno della comunità scientifica internazionale per le interazioni dei cetacei con le attività di pesca professionale. In particolare, capita sempre più spesso di osservare sulle carcasse di delfini rinvenute in spiaggia o in mare i segni di un impatto con gli attrezzi da pesca.

I delfini per alimentarsi possono interferire con le attività di pesca, con il rischio di esser catturati (il cosiddetto bycatch – cattura accessoria o accidentale) e quindi annegare, o di ferirsi gravemente (lesioni o difficoltà nel nuoto) o in maniera letale. I delfini infatti seguono i pescherecci in maniera opportunistica, in quanto reperiscono più facilmente il cibo.
Tuttavia, i delfini vengono visti come nemici/competitori da una parte dei pescatori, che vedono tali animali come fonte di preoccupazione e di minaccia, con ripercussioni di tipo economico dovute alla sottrazione di pesce dalle reti, alla non commerciabilità del pesce predato dai delfini, alla riduzione della performance di pesca (i banchi di pesci spaventati dalla presenza dei delfini possono anche sfuggire alle reti), all’interruzione del lavoro in caso di cattura accidentale e ai danni alle attrezzature professionali.
Per questo motivo nasce il progetto Life DELFI, progetto cofinanziato dalla Comunità europea nell’ambito del Programma Life, che mette insieme enti di ricerca, università, associazioni ambientaliste e aree marine protette nell’intento comune di sviluppare soluzioni e modelli di gestione sostenibili delle interazioni fra delfini e pesca.

Nel Mediterraneo è il tursiope (Tursiops truncatus), protetto dagli allegati II e IV della Direttiva Habitat, a causa delle sue abitudini alimentari opportunistiche e della distribuzione costiera, a interferire maggiormente con le attività di pesca professionale. L’interazione è rilevante in particolare nell’Alto Adriatico, nello Ionio, nel Tirreno meridionale e nella Sardegna. Gli attrezzi da pesca maggiormente coinvolti sono le reti da posta (tramaglio e imbrocco), strascico, volante e cianciolo (reti a circuizione), e a seconda delle diverse aree l’interazione può essere più o meno dannosa per una tipologia di pesca o l’altra. Durante i 5 anni del Life DELFI (dal 01/01/2020 al 31/12/2024) verranno portate avanti attività di ricerca e monitoraggio dei delfini nelle diverse aree interessate dal progetto per studiare le popolazioni residenti e comprendere meglio il comportamento dei delfini nei pressi degli attrezzi e l’entità delle loro interazioni. Il progetto prevede il coinvolgimento dei pescatori con un fitto programma di attività in mare e con corsi di formazione per incentivarli verso attività di pesca sostenibili. Saranno inoltre condotte campagne di sensibilizzazione per coinvolgere un pubblico più vasto sulla necessità di conservare la specie e più in generale il nostro mare.

Come e dove si sviluppa

Le soluzioni proposte da Life DELFI sono principalmente tre e prevedono un’assidua collaborazione con i pescatori:

  • l’installazione di pinger (innovativi dissuasori acustici che si attivano solo in presenza dei delfini) e di altri dispositivi di mitigazione sulle attrezzature da pesca;
  • la diffusione di attrezzi alternativi e meno impattanti rispetto alle tradizionali reti da posta;
  • lo sviluppo di attività economiche aggiuntive, come il “dolphin watching”.

Tra le altre misure da attuare troviamo:

  • il raggiungimento di una pesca sempre più sostenibile attraverso l’apertura di sportelli informativi per far conoscere ai pescatori le possibili fonti di finanziamento per cambiare gli attrezzi da pesca con quelli meno impattanti;
  • la sensibilizzazione dei pescatori sul loro ruolo nella salvaguardia dell’ambiente marino;
  • l’informazione e sensibilizzare del pubblico sulla necessità di proteggere l’ambiente marino, gli habitat e le diverse specie di cetacei;
  • stimolare la partecipazione alla raccolta informazioni per il monitoraggio scientifico dei delfini;
  • informare e sensibilizzare enti, amministrazioni e autorità affinché introducano misure di compensazione per i danni causati dai delfini;
  • fornire alla pubblica amministrazione i dati utili per sostenere il processo di designazione dei siti marini della rete Natura 2000, in particolare per il Tursiops truncatus.

Le zone target del progetto sono state scelte sulla base degli studi che hanno riportato in determinate aree marine una frequente presenza dei delfini, oltre ad un elevato tasso di mortalità di tali specie, ascrivibile alle interazioni con la pesca professionale.
Le aree di progetto (tra cui 4 Aree Marine Protette) comprendono Punta Campanella, le Isole Egadi, la costa Toscana (zona Grosseto), le Isole Eolie, l’Isola di Tavolara in Sardegna, la costa Veneta (zona a nord del Delta Po), Torre del Cerrano (costa abruzzese), l’Adriatico centrale (costa marchigiana), oltre a Istria e Cres in Croazia.

Le Azioni

Le azioni di Life DELFI prevedono attività di ricerca e monitoraggio dei delfini nelle varie aree di studio, il coinvolgimento degli operatori del settore della pesca – che porteranno avanti attività concrete di conservazione mirate ad una transizione verso un modello di pesca più sostenibile – campagne di sensibilizzazione e attività di media relation per coinvolgere un pubblico più vasto. Più in dettaglio le attività saranno:

  • (Azione A2 e A3) Ricerca mirata ad identificare le aree e i periodi di interazione tra delfini e pescatori, le buone pratiche e le procedure di gestione testate nell’ambito di altri progetto nazionali e internazionali per ridurre queste interazioni.
  • (Azione C1) Installazione dei pinger di nuova generazione sulle reti delle imbarcazioni italiane e croate.
  • (Azione C2) Installazione dei dissuasori visivi sulle reti delle imbarcazioni italiane e croate.
  • (Azione C3) Attività di sensibilizzazione sull’uso di attrezzature alternative nelle Aree Marine Protette.
  • (Azione C4) Corsi di formazione per gli operatori del settore sulle attività di osservazione dei delfini, rivolti principalmente ai pescatori. Queste attività economiche alternative possono supportare i pescatori ad aumentare le loro entrate, riducendo così i conflitti con la specie.
  • (Azione C5) Apertura di 8 sportelli informativi per informare i pescatori sulle nuove opportunità offerte dai fondi nazionali e comunitari che finanziano l’uso di misure tecniche di mitigazione e di attrezzi da pesca alternativi a basso impatto.
  • (Azione C6) Elaborazione di un codice di condotta attraverso un percorso partecipato con i pescatori, basato sulle buone pratiche individuate nelle azioni preparatorie. Questa azione prevede anche una speciale etichetta/marchio di qualità per i pescatori che aderiranno alle regole di sostenibilità del codice di condotta.
  • (Azione C7) Istituzione di squadre di soccorso che intervengango nel caso siano segnalati delfini in difficoltà, feriti o deceduti.
  • (Azione C8) Campagna di citizen science per monitorare i delfini e la loro interazione con gli attrezzi da pesca. A supporto dell’azione sarà progettata una speciale App per registrare gli avvistamenti, gli spiaggiamenti e le eventuali interazioni dei delfini con gli attrezzi da pesca.
  • (Azione C9) Attività di advocacy, per promuovere alle amministrazioni pubbliche l’introduzione di misure di compensazione del danno e l’istituzione di nuovi siti marini Natura 2000, favorendo soprattutto il coinvolgimento delle autorità regionali.
  • (Azione D1) Monitoraggio dell’efficacia dei dispositivi installati e delle interazioni delfini-pescatori (anche con l’uso di droni).
  • (Azione D2) Monitoraggio dei delfini feriti attraverso un’indagine preliminare e l’identificazione di potenziali responsabili di uccisioni e/o catture accessorie e intenzionali.
  • (Azione D3) Valutazione dell’impatto della campagna di sensibilizzazione sui principali gruppi target e misurazione dell’impatto socio-economico generato dalle azioni di progetto sulle comunità locali.
  • (Azione E1) Promozione e divulgazione del progetto attraverso materiale promozionale e social media.
  • (Azione E2) Lancio di una campagna “Dolphin as a Friend” rivolta al grande pubblico, per mezzo di incontri con i pescatori, eventi, mostre, concorsi fotografici, ecc. Verranno inoltre portate avanti attività di educazione ambientale indirizzate agli studenti.
  • (Azione E3) Networking con i progetti LIFE e non LIFE, divulgazione dei risultati ottenuti e produzione scientifica.

Le soluzioni di Life Delfi

Deterrenti acustici

L’uso di strumenti acustici attivi come come gli Acoustics Deterrent Devices (ADD) e i Deterrent Interactive Devices (DID) noti come pinger, rappresenta una soluzione preziosa per ridurre l’intercettazione della cattura da parte del bio-sonar dei delfini.

I pinger sono dispositivi di dissuasione acustica basati su un livello di sorgente acustica relativamente basso (in genere inferiore a 150 dB 1 μPa a 1 m) e operante da frequenze medio alte (2.5-10 kHz) con armoniche fino a frequenze più elevate. I pinger interagiscono specificamente con il comportamento acustico dei delfini alterando il loro orientamento, la loro capacità di cercare cibo e la loro comunicazione intra-specifica. L’utilizzo del pinger come deterrente garantisce molteplici obiettivi: l’integrità degli strumenti di pesca (evita danni alle reti), la conservazione delle catture e riduce le catture accidentali dei delfini.

Nel presente progetto verranno distribuite più di 300 pinger di nuova generazione con frequenze variabili da armare nelle reti di oltre 100 pescherecci italiani per un totale di oltre 300 i pescatori coinvolti. Il DiD (Dolphin Interactive Deterrent) sarà il nuovo prototipo di pinger testato sia per le reti da traino che per quelle da posta. DiD è un’apparecchiatura in grado di tenere i delfini lontani dalle reti da pesca, grazie a un’efficace tecnica di interazione con il loro sistema (sonar) di ecolocalizzazione. DiD produce gli ultrasuoni solo quando rileva la presenza dei delfini in vicinanza, mediante i suoi circuiti di “udito”, che viene attivato dai “clic” emessi dai mammiferi. I vantaggi di questo modello rispetto ai DDD sono la riduzione della possibilità che i delfini possano abituarsi ai segnali, all’aumentata durata della carica della batteria e alla riduzione dell’inquinamento acustico.

Deterrenti visivi 

Un approccio per sviluppare dispositivi di mitigazione efficaci è quello di considerare gli aspetti biologici che inducono i delfini marini a interagire con gli attrezzi da pesca. La comprensione del comportamento dei delfini, in particolare della loro fisiologia (uditiva, chemio-sensoriale e delle capacità visive), è fondamentale per ridurre al minimo le interazioni con la pesca.

I delfini si affidano ampiamente a segnali visivi, in particolare quando sono vicini alla preda, grazie ad un ben sviluppato sistema visivo dotato di un ampio spettro di ricezione. Questa caratteristica ha spinto lo sviluppo di deterrenti visivi come lampade lampeggianti e lampade a LED da montare sugli attrezzi da pesca per scoraggiare l’approccio del delfino. In LIFE DELFI oltre 350 nuovi deterrenti visivi saranno montati sulle reti di almeno 30 pescherecci, per un totale di 300 giorni di pesca e 100 pescatori coinvolti.

Attrezzi alternativi 

La pesca artigianale su piccola scala svolge un ruolo importante nell’ambito delle AMP, a sostegno dell’economia locale. In queste aree, le reti passive (reti da imbrocco, tramaglio, reti combinate e piccole reti derivanti) sono ampiamente utilizzate. Per ridurre le interazioni tra i delfini e le reti passive (e quindi la depredazione delle catture e allo stesso tempo il bycatch dei delfini) si vuole incentivare l’uso di attrezzi alternativi. Più in dettaglio, l’idea è di sostituire la pesca delle tradizionali reti passive con quella delle nasse, che non sono pericolose per i delfini e sono in grado di catturare una grande varietà di specie demersali, bentoniche e pelagiche. Dato che le interazioni tra reti passive e delfini si verificano principalmente da tarda primavera ad inizio autunno, LIFE DELFI non intende vietare completamente l’uso di reti passive, ma promuove l’uso degli attrezzi alternativi durante i periodi cruciali e nelle aree di hotspot (periodi e aree con un’alta possibilità d’interazione).

Dolphin watching 

Lo scopo di questa azione è consentire ai pescatori di integrare il proprio reddito attraverso la promozione di attività di avvistamenti dei delfini (Dolphin Watching). 18 corsi di formazione (16 in Italia e 2 in Croazia) saranno organizzati per formare operatori qualificati e figure professionali in grado di promuovere e gestire le attività di osservazione dei delfini nelle aree di intervento.

I corsi, in cui chiunque può diventare membro del gruppo di ricerca e aiutare a studiare i delfini nel loro ambiente naturale, saranno organizzati coinvolgendo gli esperti del settore, in grado di trasmettere tutta l’informazione necessaria. I corsi mirano anche ad amalgamare la ricerca scientifica, l’istruzione, e la consapevolezza pubblica per ottenere un’efficace conservazione dell’ambiente marino.

Il corso prevede lezioni di classe e prove in mare. I monitoraggi in campo saranno condotti utilizzando una barca da ricerca. Durante la ricerca, l’intero equipaggio parteciperà alla perlustrazione visiva della superficie del mare. La barca sarà gestita da personale qualificato con tutti i permessi necessari e una vasta esperienza nautica.

Per facilitare la partecipazione dei pescatori i corsi avranno luogo durante il periodo di arresto della pesca. Ogni corso sarà suddiviso in 5 moduli della durata di un giorno, durante i quali verranno illustrate la biologia e l’etologia dei cetacei con particolare riferimento ai delfini, le minacce per questi animali e le tecniche di riconoscimento.

L’attività di osservazione dei delfini verrà portata avanti in ciascuna AMP coinvolta nel progetto. Questa attività rappresenterà un’opportunità per spostare parte della flotta peschereccia verso attività alternative, ma potrebbe anche essere un’opzione per integrare l’economia locale, soprattutto in quelle zone in cui la pesca non è così redditizia.