Balena si arena nel porto di Sorrento e si ferisce finendo contro la banchina di Marina Grande, per poi far perdere le sue tracce. Dopo l’avvistamento, diventato virale grazie ad un video diffuso sui social, si è attivata la macchina dei soccorsi a cui hanno preso parte due dei partner del progetto europeo Life Delfi: Amp Punta Campanella e il CERT dell’Università di Padova.

Nelle ore successive la carcassa della balena, di circa 15 metri, è stata rinvenuta nei fondali del porto sorrentino per poi risalire in superfice.

Intanto la carcassa della balenottera è risalita in superfice. Sul posto gli uomini della Guardia Costiera. Presente anche il Parco Marino di Punta Campanella, partner del progetto Life Delfi, che ha lanciato la notizia attraverso i suoi canali social.

“È più che fondata l’ipotesi che la balenottera trovata morta sia la madre del piccolo individuato e ripreso nel video diventato virale, il che spiegherebbe anche il disorientamento dell’animale –  afferma la cetologa Barbara Mussi, presidente di Oceanomare Delphis, che ha in questi giorni avviato una campagna di monitoraggio invernale dei cetacei nel golfo di Napoli con il sostegno dell’area marina protetta Regno di Nettuno di Ischia e Procida -. Sappiamo – aggiunge – che le balenottere frequentano quest’area, spingendosi anche sotto costa. Sulle cause della morte, attendiamo gli esami autoptici, auspicando che lo stato di decomposizione dell’animale consenta gli approfondimenti necessari”. La conferma che nel porto di Sorrento ci fosse anche un esemplare di balena più piccolo è arrivata anche con una nota ufficiale della Guardia Costiera del comando di Castellammare di Stabia. “Le immagini riprese dagli operatori subacquei della Guardia Costiera – si legge nella nota – non sembrano compatibili con l’esemplare avvistato in superficie il giorno precedente che si riferivano probabilmente ad un esemplare più giovane, rispetto a quello rinvenuto privo di vita sul fondale del porto”.

(FOTO AMP Punta Campanella)

“Quella ritrovata morta nei fondali del porto di Sorrento, a circa 15 metri di profondità, è una balenottera comune” riferisce Sandro Mazzariol dell’Università di Padova, referente del Cert (Cetacean stranding Emergency Response Team) partner del progetto Life Delfi che rappresenta il coordinamento centrale riconosciuto a livello ministeriale nei casi di interventi su grossi cetacei. “Ora gli Enti locali – spiega Mazzariol – stanno cercando di capire come gestire la carcassa per un eventuale ed auspicabile esame autoptico che potrà accertare le cause del decesso. Ma non è semplice: il mammifero pesa intorno ai 35-38 quintali”. L’esperto commenta poi le immagini del video in cui si vede, sempre nel porto di Sorrento, una balenottera dimenarsi sotto gli occhi esterrefatti dei passanti. “Avevo già osservato comportamenti in altri eventi simili in cui alcuni esemplari si sono infilati in grotte o porti. In quei casi, la causa di questo dimenarsi potrebbe essere imputabile a un virus simile al morbillo che colpisce questi grossi mammiferi e che, nel Mediterraneo, circola da fine anni 80. È un problema che riguarda tutte le 8 specie di cetacei nel Mediterraneo e che ha creato seri problemi soprattutto ai capodogli nel 2019: in pochi mesi, tra maggio e luglio nel Mediterraneo (dove vivono un migliaio di questi esemplari) ne sono morti 26 a causa del virus”.

“È un evento triste che ha toccato tutta la comunità locale – afferma il presidente dell’Area marina protetta Punta Campanella, Lucio Cacace -. Questo dimostra come la sensibilità ambientale sia in crescita. Ma è, purtroppo un evento naturale e molto spesso c’è poco da fare. I cetacei, per fortuna, nel nostro mare sono presenti. Noi dobbiamo cercare di tutelarli e rendere il loro habitat più pulito e sano possibile. Con Life Delfi, progetto coordinato dal Cnr Irbim e finanziato dalla Commissione europea, cerchiamo di farlo per i delfini“.

 

Fonte Ansa