Marina di Pisa, 4 luglio 2022                                                                                                                                                                                                                                         Comunicato stampa

 

Dal Life DELFI alla tutela della tartaruga Caretta caretta: a Marina di Pisa la Goletta Verde si confronta su come aumentare la qualità e la quantità di superficie marina protetta nel nostro Paese e conservare le specie a rischio

Legambiente dialoga sulla tutela degli ecosistemi: delfini e tartarughe protagoniste del dibattito. Dobbiamo aumentare la consapevolezza sui rischi del mediterraneo e gli strumenti a disposizione per raggiungere l’obiettivo del 30% al 2030 di aree protette

Goletta Verde torna a parlare di conservazione della biodiversità e di tutela delle specie a rischio. Lo fa in Toscana, a Marina di Pisa, durante un incontro a bordo della Goletta Verde, a cui hanno partecipato Federica Barbera, portavoce Goletta Verde, Enrica Franchi, Università di Siena; Yuri Galletti, Roberta Timpani, Roberto Sirtori, Eleonora Mizzoni del circolo Legambiente Pisa.

Enrica Franchi, dell’Università di Siena, partner del Progetto Life Delfi, il progetto cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea, ha ricordato l’importanza di promuovere azioni volte alla tutela di specie ed habitat, coinvolgendo gli stakeholder nel preservare lo stato di conservazione delle specie viventi, come il tursiope. Per questo l’Università di Siena sta mettendo in campo azioni che prevedono l’utilizzo di soluzioni tecniche innovative che riducono il rischio di cattura accessoria dei delfini, evitando così di restare impigliati nelle reti dei pescatori professionisti.

Sempre sul tema delle specie marine, è stato ricordato il lavoro che da anni l’associazione svolge sul territorio per la salvaguardia di una specie a rischio estinzione come la Caretta caretta. Oltre al mare, dove è costretta a districarsi tra inquinamento da plastica, attrezzature da pesca e traffico marittimo, questa tartaruga è minacciata anche sulla terraferma, dove le volontarie e i volontari di Legambiente mettono in sicurezza i nidi di ovideposizione.

“Da 4 anni il nostro circolo pattuglia 7 Km di costa del litorale pisano dal bagno Big Fish fino allo scolmatore alla ricerca delle tracce di nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta. Abbiamo creato una rete di volontari, istituzioni del territorio quali Comune di Pisa Regione Toscana, Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli ed enti competenti tra cui Arpat, museo di storia naturale di calci e istituto zooprofilattico Toscana e Lazio – sostiene Yuri Galletti, vicepresidente del Circolo Legambiente Pisa– Dal primo giugno al 15 agosto siamo quindi presenti sul litorale, monitorando la spiaggia alla ricerca di nidi e organizzando iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e ai balneari nell’ambito del progetto tartawatchers. Infine dalla prossima settimana, per il secondo anno consecutivo, inizieremo a monitorare con un drone la costa all’ interno della tenuta di San Rossore alla ricerca di tracce di Caretta dall’alto”.

Restando in tema di conservazione della biodiversità, Legambiente si è impegnato in una partnership con il Comune di Pisa per l’istituzione di un Punto Blu, un gazebo localizzato a Calambrone, che si impegna nella realizzazione di eventi riguardanti il Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini del Mediterraneo. La salvaguardia dei parchi per la rivalorizzazione del territorio e delle economie locali rappresenta un obiettivo fondamentale per la città di Pisa e per la tutela della biodiversità del territorio.

 

“Ricordare l’importanza del ruolo delle aree protette, lo strumento più efficace per frenare la perdita di biodiversità, combattere la crisi climatica e raggiungere gli obiettivi globali al 2030, è uno dei temi centrali della nostra campagna estiva – ha ricordato Federica Barbera, portavoce della Goletta Verde. – Dobbiamo raggiungere l’obiettivo del 30% di aree protette entro il 2030 in Europa e in Italia: per fare questo il tempo è molto poco. Dobbiamo essere più incisivi nelle misure di salvaguardia degli ambienti marini. Dobbiamo agire e mobilitarci – e lo facciamo grazie ai progetti europei, alle iniziative e alle reti territoriali – per costruire le strategie necessarie a centrare l’obiettivo.